Riceviamo e volentieri pubblichiamo, il tema è assolutamente attuale.
In una Regione anziana come il Piemonte,** le politiche per le persone non autosufficienti sono un settore strategico per garantire la sostenibilità della sanità e del welfare. Tuttavia, oggi buona parte delle cure per queste persone è delegata alla famiglia, con effetti drammatici sull’impoverimento economico, sulle dinamiche familiari quando l’impegno di assistenza diventa insostenibile, con la frequente rinuncia alla dimensione lavorativa, fino ai gravissimi rischi di solitudine e abbandono per i malati che non dispongono di solide reti sociali e familiari. La convinzione diffusa che l’assistenza alle persone non autosufficienti sia compito della famiglia costituisce un serio problema culturale, che alimenta nelle famiglie un lacerante senso di abbandono. Il rischio più grande è quello di un vero e proprio fenomeno di “eutanasia da abbandono”:** pazienti cronici anziani, psichiatrici o con malattie neurodegenerative che non ricevono più le cure necessarie.
La sanità e il welfare devono essere vicini a queste solitudini, rendendo le politiche per la non autosufficienza un diritto di cittadinanza, molto meglio di quanto abbia fatto la nuova legge 33/2023.
Ospedale e medicina territoriale vanno integrati,
sanità e sociale devono viaggiare insieme,
le cure residenziali devono essere completate da molte più cure domiciliari.
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Monica Canalis
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