Il consultorio familiare

La legge 22 maggio 1978, n.194 fa riferimento al CONSULTORIO per un ruolo centrale nell’ambito della tutela sociale della maternità e dell’interruzione volontaria della gravidanza. La legge precisa: Art. 5. Il consultorio e la struttura socio-sanitaria, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici, hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall’incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto.

‘La stanza di ascolto’

Il 31 luglio è stata firmata una convenzione tra l’azienda ospedaliera universitaria Città della salute e della scienza di Torino, che gestisce il Sant’Anna, e la Federazione Movimento per la vita del Piemonte per l’apertura di una stanza dentro l’ospedale dedicata al sostegno e all’ascolto delle donne in gravidanza.
Alla firma era presente l’assessore Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia, noto per le sue dichiarazioni a favore dell’omotransfobia, la sua vicinanza ai movimenti prolife, per lo stop alla RU486 nei consultori, la registrazione dei Centri di aiuto alla vita presso le Asl e il finanziamento per il 2023 di un milione di euro del fondo regionale Vita Nascente.
Nel suo intervento il presidente regionale della Federazione del Movimento per la Vita (FederviPA) Claudio Larocca chiarisce come la sua associazione con i suoi volontari «appositamente formati per questo nuovo ruolo» interverrà a «fornire supporto e ascolto a donne gestanti che ne abbiano necessità, nell’ambito di un più generale percorso di sostegno durante e dopo la gravidanza alle donne che vivono il momento con difficoltà e che potrebbero quindi prendere in considerazione la scelta dell’interruzione di gravidanza o che addirittura si sentono costrette a ricorrervi per mancanza di aiuti».
Ma non è il compito dei consultori?
La convenzione autorizza l’associazione provita ad entrare in contatto con le donne in un momento di estrema fragilità.
Chi ci garantisce che non verranno esercitate pressioni psicologiche alle donne per indurle a una scelta involontaria?
La convenzione viene finanziata con il fondo Vita Nascente, soldi che potevano essere utilizzati per ampliare, pubblicizzare, migliorare il servizio dei consultori che sono pubblici.
In molti ospedali in Italia, soprattutto al sud, la carenza di medici non obiettori impedisce l’applicazione della legge 194 costringendo le donne a migrare in altre Regioni.
Al contrario l’ospedale Sant’Anna di Torino garantisce l’interruzione volontaria della gravidanza alle donne che la richiedono. L’intento della Giunta Cirio probabilmente è quello di impedire il funzionamento di questo servizio!

Il centro nascita del Sant’Anna

‘La stanza di ascolto’ è stata inaugurata negli spazi del Centro Nascita del Sant’Anna chiuso a causa del crollo del soffitto. Il Centro Nascita è un servizio di eccellenza del territorio con finalità dettata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità “Il fine di una moderna medicina perinatale è ottenere una mamma ed un bambino in perfetta salute con il livello di cure più basso compatibile con la sicurezza”.
Il centro è stato smantellato, gli spazi assegnati all’associazione provita e non viene indicata una data per la sua riapertura.