Via libera al Senato al voto sul ddl di conversione in legge del decreto Flussi, sul quale il governo aveva posto la questione di fiducia. Con 99 sì, 65 no e un astenuto, il provvedimento, che era già stato approvato alla Camera, diventa definitivo . Tra le novità del testo c’è un nuovo elenco dei Paesi considerati ‘sicuri’, come Bangladesh, Egitto e Marocco; la secretazione dei contratti pubblici relativi a fornitura di mezzi e materiali per il controllo delle frontiere e delle attività di soccorso in mare; la competenza delle Corti d’Appello e non più dei Tribunali specializzati, per quanto riguarda la competenza sulla convalida del trattenimento dei richiedenti asilo.
Il Pd vota contro la conversione in legge dei due decreti sull’immigrazione, “ma rimarrà disponibile a un vero e aperto confronto, nell’interesse del Paese e di una convivenza rispettosa dei principi di uguaglianza e di libertà sanciti dalla Costituzione e dal diritto europeo e internazionale. Non riusciamo davvero a comprendere quali siano i benefici per il nostro Paese, per il nostro sistema produttivo e per la sicurezza dei cittadini, che derivano dal perseverare, come la destra fa con questo decreto, nell’escludere, da un lato, ogni regolarizzazione di coloro che sono già presenti sul territorio, e dall’altro nello stabilire quote di ingresso regolare del tutto insufficienti a soddisfare la domanda di forza lavoro che proviene da diversi settori produttivi, dal settore manifatturiero a quello agro alimentare e a quello turistico”. Lo ha detto nell’Aula di Palazzo Madama il senatore Andrea Giorgis, capogruppo del Pd in Commissione Affari costituzionali, in dichiarazione di voto sul decreto flussi per il quale il goveerno ha chiesto il voto di fiducia. “Il principale effetto di questo dl – ha detto ancora Giorgis – sarà quello di aumentare il numero delle presenze irregolari, di alimentare lo sfruttamento, il lavoro nero e, al tempo stesso, di accrescere il rischio che coloro che verranno messi ai margini della società diventino preda della criminalità, altro che sicurezza. Quale effetto positivo potrà venire dall’escludere i patronati dalle richieste di ingresso, dall’ostacolare i ricongiungimenti familiari? E chi nella maggioranza pensa allo ius soli o allo ius culturae come può votare a favore? Eppure l’immigrazione, lo sa anche il Governo perché lo ha scritto nel Def, può avere un impatto positivo sul nostro sistema economico, sociale e previdenziale. Invece il Governo ha adottato l’ennesimo decreto legge e poi ne ha adottato un secondo facendolo confluire nel primo, violando le prerogative del Parlamento. Ma in questo caso si è consumato anche il tentativo di sottoporre al governo la magistratura, rea di aver fatto prevalere sulla volontà del governo il diritto europeo e alcuni principi costituzionali che disciplinano il nostro sistema delle fonti”.
“Emerge in questa vicenda – ha concluso Giorgis – un tratto politico e culturale tipico del governo: l’avversione al pluralismo, e quindi al Parlamento e a ogni limite al potere della maggioranza, in nome di una concezione illiberale e autoritaria della democrazia”.