Si amplia il fenomeno che vede i Circoli Torinesi attivarsi per approfondire il tema Lavoro. Venerdì 31 gennaio i circoli PD3 e PD4 hanno organizzato un partecipato dibattito sul gender gap, in particolare, sul lavoro.

Dopo l’introduzione dei segretari di circolo Marina Spanu ed Antonio Caprì, il segretario regionale Domenico Rossi ha portato il suo saluto e la volontà di promuovere il dibattito in tutta la regione. La relazione dell’onorevole Maria Cecilia Guerra ha evidenziato gli elementi determinanti per le diverse forme di discriminazione di genere.

Anche se ultimamente il gap sta diminuendo, rimane su tutti i livelli lavorativi anche nelle posizioni apicali. Le donne risultano penalizzate sia per l’accesso al mondo del lavoro che per lo sviluppo della carriera ed il relativo andamento retributivo. La presenza di figli incide sia sulla retribuzione che sulla tipologia di lavoro. Soprattutto per le donne con figli è alto il ricorso al part time, triplo rispetto alle donne senza figli. Un part time che dovrebbe alleggerire il lavoro di cura, ma in realtà gli orari flessibili e variabili in funzione delle esigenze aziendali, lo rendono inefficace sul piano della riconciliazione dei tempi di cura e di lavoro pur rimanendo il basso salario che ne deriva. Le ricerche che hanno approfondito il tema, hanno dimostrato che non è tanto il naturale impegno maggiore delle donne nella fase della gestazione e dell’immediato dopo parto, ma proprio la prolungata attività di cura, che richiede un bambino nei sui primi anni di vita, a determinarne il gap salariale.

La proposta del congedo parentale obbligatorio e al 100% della retribuzione diventa indispensabile per la conciliazione di vita e per il mantenimento del posto di lavoro femminile dove si vede l’alto numero di dimissioni dopo la nascita dei figli.
L’impegno delle donne nella fase della gestazione e dell’immediato dopo parto, continua negli anni di crescita del bambino. E’ indispensabile quindi che si arrivi a una uguale opportunità sia nell’istruzione che nell’ambito lavorativo. Accanto alle proposte di legge deve essere sviluppato un ampio movimento culturale che incida profondamente sulle attuali “norme sociali”.

Al dibattito ha portato il suo contributo, a nome della nostra Redazione, Margherita Borri, che ha sottolineato la necessità di allargare il dibattito, l’analisi e lo studio, la battaglia sulle strategie politiche per le donne, anche alle piccole imprese al femminile, la cui dimensione non consente innovazione e crescita e di conseguenza capacità di pagare salari equi ai propri collaboratori e collaboratrici. Quindi il coinvolgimento delle loro Associazioni Datoriali nella discussione è necessario ed utile.

 “Rivedere e progettare un nuovo modello di sviluppo economico per creare una società equa e sostenibile è condizione indispensabile per realizzare l’emancipazione e il benessere dei giovani e delle donne  , senza una visione complessiva sul ruolo delle imprese e ridistribuzione della ricchezza ai lavoratori e lavoratrici  che contribuiscono a crearla non si va da nessuna parte”. 

Margherita ha infine, nel ringraziare Cecilia per il suo solerte lavoro, auspicato un suo raccordo più ravvicinato  con il suo collega Antonio Misiani della Segreteria nazionale PD   che si occupa di economia, finanze e imprese. Cecilia Guerra nelle sue conclusioni ha condiviso il suggerimento e lo ha rilanciato.