Nel nostro sito abbiamo documentato come a livello locale ed europeo i relatori del Partito democratico, in prima fila, abbiano elaborato proposte di legge che cerchino di limitare l’abuso nell’utlizzo dell’intelligenza artificiale (IA).
Oggi non conosciamo la logica e il funzionamento della maggior parte degli algoritmi di IA, come vengono fatte le scelte o le predizioni in risposta alle nostre richieste di elaborazione.
L’intento dei legislatori è di rendere i sistemi di IA ‘sicuri, trasparenti, tracciabili, non discriminatori e rispettosi dell’ambiente’.
Non si può negare che la diffusione dell’IA è ormai presente in quasi tutti i campi lavorativi e i vantaggi sono molteplici: risparmio dei tempi di lavoro, disponibilità di più tempo per approfondimenti e analisi, facilità e tempi ridotti per adempimenti burocratici, supporto per relazioni e verbali, nuovi modi di esprimere la creatività e la propria espressione artistica…
Per chi si presenterà nei prossimi anni nel mondo del lavoro sarà indispensabile avere competenze di IA in molti campi così come oggi viene richiesta una competenza di informatica di base come Office, i tool di comunicazione o cloud di dati.
Evidentemente si affacceranno nuove professioni come per esempio il Prompt Analyzer, Prompt Engineering, Prompt Education, cioè coloro che sapranno interrogare e dialogare con l’IA, oltre ai progettisti e sviluppatori del software dell’IA.
Compariranno anche gli hacker che cercheranno di manipolare e forzare i risultati dell’IA e gli specialisti che li scopriranno… ma forse ci sono già.
Sono molti gli interrogativi che questa ’’nuova tecnologia’’ ci deve porre.
Di seguito in maniera sintetica ricordiamo alcuni scenari di rischio che hanno portato i legislatori ad avere l’esigenza di definire limiti e restrizioni su molte applicazioni sospette di avere effetti deleteri per la libertà e la vita dei cittadini.
Il discorso sull’IA non si esaurisce con questa prima panoramica ma data la vastità degli ambiti in cui l’IA è utilizzata ci sarà la necessità di pubblicare altri articoli di approfondimento.
In particolare non aver toccato l’argomento dell’IA nella didattica è stata una scelta voluta perchè il tema è complesso e delicato, riguarda il futuro dei nostri ragazzi e richiede un approfondimento e attenzione da dedicare in altri momenti di riflessione.

Intelligenza artificiale generativa

Stiamo entrando in una nuova fase dell’IA, finora in grado soprattutto di discriminare, di riconoscere oggetti, volti, ambienti. Ora entriamo nella fase in cui non è più solo discriminativa, ma è generativa, cioè è in grado non solo di riconoscere i volti ma di ricrearli ex novo, in grado di espandere la produzione di conoscenza. Stiamo passando da una IA come strumento all’IA come vero agente autonomo progettato per creare algoritmi capaci di svolgere compiti complessi e spezzettarli in tante semplici attività che vengono eseguite in totale autonomia richiamando risorse e scrivendo nuovo codice.

Intelligenza artificiale e la cultura

Forse è stato naturale che l’IA si sia diffusa all’inizio maggiormente negli ambiti più creativi e intellettuali con la sfida di un’intelligenza algoritmica capace di poter fare ciò che può fare una intelligenza umana e cioe’ essere creativa, artistica, possibilmente empatica.
ChatGPT è un software di proprietà di OpenAI usato da centinaia di milioni di persone.
Con semplici istruzioni si possono scrivere articoli complessi che recuperano informazioni da internet o da propri archivi. Anche le immagini possono essere create da semplici parole di comando o modificate semplicemente eliminando o modificando alcuni particolari. I video possono essere analizzati e commentati o addirittura creati con semplici comandi.
La traduzione è stata una delle prime applicazioni di IA. Per esempio Google Translate è una forma di IA ideata già nel 1994 e tre miliardi di persone al mondo la usano e col tempo è diventata uno strumento di lavoro.
Lo sciopero degli attori e delle comparse di alcune case cinematografiche americane si è unito a quello degli sceneggiatori, minacciati dal perfezionamento costante dell’IA che ha già mostrato di saper scrivere libri e saggi, senza bisogno di molta interazione da parte degli esseri umani. Scatenante e’ stata la proposta delle compagnie cinematografiche di scansionare l’immagine degli attori meno noti e delle comparse e poi utilizzare la tecnologia per le scene successive spendendo molto meno.
Stessa preoccupazione per i doppiatori italiani, messi in difficoltà dalla possibilità di perdere i diritti della propria voce che può essere utilizzata anche dalle compagnie specializzate nell’IA.


Intelligenza artificiale e la medicina
Sono molti i vantaggi che derivano dall’uso dell’IA in medicina come per il supporto nelle diagnosi o nell’identificare le patologie prima che si manifestino. Nonostante il grandissimo contributo dell’IA in questo ambito occorre proseguire con molta cautela. Prendiamo l’esempio degli studi neurologici che nella sperimentazione permettono di usare gli stimoli nervosi per utilizzare APP o per far muovere arti artificiali. Leggere il cervello è ancora un tabù che spaventa l’essere umano ma in definitiva è importante sapere a chi dare l’accesso ai dati dei segnali motori del cervello. E’ un grande rischio dal punto di vista etico, Allora si parla di algor-etica, personalità giuridica delle macchine, trasparenza dei codici. Stessi problemi che possono essere rivolti a tutti gli ambiti dell’IA, pensiamo alle auto a guida autonoma.
L’intelligenza artificiale e la politica

Analizzando semplicemente i like messi su Facebook un buon algoritmo può costruire una traccia digitale e indovinrea la nostra personalità con molta accuratezza. Un partito politico che possieda questi dati, elaborando contenuti personalizzati con messaggi mirati, può creare un coinvolgimento con ognuno dei milioni di elettori a cui sono diretti, peraltro in modo molto economico e molto efficace.
Ci ricordiamo la vicenda di Cambridge Analytica che realizzava un database con i profili psicologici e comportamentali dei cittadini analizzando tutte le attività svolte online, vendendo poi questi dati a compagnie e partiti politici. Fu Donald Trump a utilizzare le informazioni di Cambridge Analytica per capire come si sarebbero comportati gli elettori e per convincerli a sostenerlo e spingerli a non votare Hillary Clinton.
È successa la stessa cosa con la Brexit sono stati raccolti i dati sui cittadini britannici e usati per bersagliare le persone con disinformazione e messaggi di odio razziale.

Gli eserciti stanno cambiando drasticamente a causa dell’IA, con armi sempre più sofisticate e sistemi di difesa con robot, droni. Drammaticamente all’onore della cronaca perchè utilizzati attualmente nella guerra contro l’Ucraina. Ancora possiamo constatare che l’IA in questo campo è utilizzato a supporto della decisione degli operatori ma forse un giorno l’agente autonomo potrà sostituire l’uomo.
In molti Stati, soprattutto in Cina, il COVID è stato il pretesto per diffondere l’utilizzo del riconoscimento facciale per accedere a molti servizi pubblici, pagamenti, trasporti.
Se la Cina domina ora il mercato globale del riconoscimento facciale, al secondo posto ci sono gli Stati Uniti con l’intenzione di utilizzarlo nelle città intelligenti, governate dagli algoritmi con una fitta rete di sensori distribuiti in ogni angolo della Smart City per raccogliere, tramite sistemi wifi, informazioni e dati personali.
Sicurezza, semplificazione dei servizi dovrebbero però avere un giusto equilibrio a tutela della libertà personale. Nella pratica tutti i giorni incontriamo spesso APP che non sono utilizzabili se gli utenti non sacrificano i propri dati.
I brevetti che sono in possesso degli Stati Uniti nel campo dello sviluppo dei microchip e la capacità di TAIWAN nel campo dei semiconduttori indicano che, per sviluppare le proprie capacità nel campo dell’IA, la Cina dipende fortemente dal rapporto con gli Stati Uniti e anche dal rapporto con Taiwan su cui ha mire di conquista.
Molte banche utilizzano l’IA per attività antifrode e per prevenire i furti di identità. Per rendere efficiente la prevenzione dei rischi di truffe è inevitabile dovere acquisire tutte le informazioni dei clienti che operano sia sul canale web che sui canali ECOMMERCE in tempo reale.
Sappiamo inoltre che limitatamente allo sviluppo del software dell’IA la concetrazione di potere monopolistico è prevalente su poche aziende (Google, Amazon, Facebook, Apple e Microsoft) guidate da interessi aziendali il cui scopo economico è il profitto privato.


L’intelligenza artificiale e il gap di genere
Come nel campo della tecnologia, anche in quello della IA è alto il divario nei tassi d’occupazione femminile e maschile anche se in progressiva diminuzione. La poca fiducia nelle proprie capacità scientifiche trasmesse spesso nel contesto familiare condiziona la scelta scolastica delle ragazze verso le materie STEM.
L’intelligenza artificiale trasformerà in maniera profonda il mondo del lavoro e nuove professioni saranno indispensabili in un futuro abbastanza prossimo. E’ dunque fondamentale investire nel superamento del gender gap del mercato lavorativo tecnologico.
Con questo scopo nascono iniziative finanziate da università e imprese, che intendono non solo assegnare borse di studio sulla base di merito e reddito ma anche fornire alle giovani dei punti di riferimento rappresentato dalle figure femminili occupate in questi ambiti.
Ma non è meno importante analizzare come all’interno della stessa IA ci siano gli stessi stereotipi e condizionamenti che sono presenti nel mondo femminile rappresentato in internet. La bassa presenza delle donne nel mondo tecnologico può portare a risultati discriminatori degli algoritmi utilizzati dalla IA.
Le persone, le etnie e le classi sociali più rappresentate saranno quelle che beneficeranno dei risultati migliori mentre le persone meno rappresentate, i più fragili, le fasce più deboli, finiranno per essere discriminate, perché i risultati legati a loro saranno meno accurati.
La verifica che i dati utilizzati come input siano effettivamente bilanciati e non siano discriminanti sarà uno dei nuovi compiti svolti dagli utilizzatori finali. Senza contare la presenza sul web di fake news che potrebbero inquinare il lavoro degli algoritmi della IA.
L’intelligenza artificiale, l’inquinamento e i costi
L’idea diffusa è che l’utilizzo della rete informatica sia gratis ma l’energia utilizzata costa ed inquina, un inquinamento invisibile generato da tutte le apparecchiature elettroniche, anche dei telefoni.
Quanto ci costa utilizzare gli algoritmi in grado di apprendere e ragionare e parlare lingue diverse e risolvere problemi? I grandi computer che venivano utilizzati inizialmente, non più sufficienti, sono stati sostituiti con il cloud, un cervello centrale, che mette super computer in rete, creando una grande rete neurale. Finchè non saranno disponibili energie green sarà enorme la quantità di risorse energetiche, minerarie ed idrauliche necessarie per farla funzionare.
La dipendenza dai metalli rari, indispensabili per i componenti elettronici spesso è associata allo fruttamento del sottosuolo di Paesi poveri dove i diritti sindacali sono inesistenti oltre alla problematica relativa al loro smaltimento.
Occorre valutare quando convenga sostituire il lavoro umano con la tecnologia, valutare non solo problemi economici ma anche quelli di inquinamento, di problemi sociali, di democrazia e risolverli perchè indietro non si può e non si vuole tornare